Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare la CK Crew, duo molto interessante che ci ha colpiti durante un ascolto serale.

Vengono dalla provincia, ma, il loro sguardo arriva oltreoceano. Parliamo di CK Crew, il duo di MC composto da CrostiCa$h e Frodo che hanno da poco pubblicato“Mi Clica” è il nuovo album dei fuori per Time2Rap a partire da martedì 11 gennaio in cd e digitale.

CK Crew affonda le sue radici nella corrente rap italiana Anni ’90 come Articolo 31, Colle Der Fomento, TruceKlan e i più classici rappresentanti della scena internazionale, con un particolare interesse verso il rap latino.

“Mi clica” è composto da dieci tracce prodotte da Gonem e Mkg Beats, comprensive delle strumentali intro e outro. Ricca la presenza di ospiti come i DJ Fastcut e Seeall agli scratch, le rime di Santo Trafficante, Tereifer, JGallagher, Quinto e l’insert della cantante Daniela Desideri.

“Mi clica” si può definire un concept album sul senso di ribellione di chi continua a lottare ogni giorno contro i problemi e uno dei modi per manifestarli è l’irriverenza. Come cercate di coniugare la rabbia e l’ironia nelle vostre canzoni?

La rabbia è tanta ma il posto in cui abitiamo ci ha insegnato ad affrontare i problemi con ironia e determinazione, ma non per questo non dovete prenderci sul serio. L’ironia aiuta a sdrammatizzare e deflazionare la rabbia, a togliere energia dal buio per canalizzarla verso obiettivi costruttivi, che aiutino i giovani a mediare le loro sofferenze.

Il significato del titolo del disco qual è e come si ricollega all’insieme delle tracce?

“Mi clica”, dall’America Latina, vuol dire “la mia crew”, la mia gente, la mia cricca. Non è un caso che l’album sia pieno di collaborazioni e ci piace pensare che siamo una grande famiglia estesa, anche oltre i confini nazionali e culturali.

Troviamo anche rime in spagnolo e a proposito avete deciso di inserire nel disco il colombiano JGallagher e lo spagnolo Tereifer. Quali punti di contatto avete riscontrato con la scena esterna?

Grazie alla presenza del Colombiano JGallagher, lo spagnolo Tereifer, ma anche dei cileni Gonem e SeAll stiamo guadagnando parecchi ascolti oltre oceano. Sarebbe bellissimo, covid permettendo, di poterli ospitare per un tour qui in Italia e fare noi lo stesso nelle loro rispettive nazioni. Una specie di Erasmus rap.

“Crazy” è il primo brano estratto, qual è lo storytelling del videoclip che rende bene l’idea dell’irriverenza che caratterizza tutto il progetto?

Mi sembra un po’ eccessivo parlare di storytelling, alla fine non vogliamo convincere nessuno, è stato solamente uno sfogo di rime date dal magnifico beat prodotto da Gonem. Artivision poi ci ha aiutato poi a trasformare in immagini tutta la nostra follia e l’ironia che emerge dal pezzo.

In “Donnie Brasco” cantate “Nei problemi mi ci butto a pesce”, qual è il modo migliore per uscire dai problemi del quotidiano?

Per uscire dai problemi sicuramente a volte basterebbe avere tanti soldi, ma anche l’amicizia, lo sport, la musica e credere in ciò che ti piace può aiutare. Certe volte i problemi trovano spazio dove ci sono dei vuoti, mentali o concreti che siano. Essere impegnati nel perseguire certi obiettivi riduce questa possibilità.

In “Round 2” c’è un riferimento alla pandemia, come state vivendo questo periodo e quanto pensate sia stato penalizzato il settore dell’arte e della cultura?

Questo periodo sembra infinito, pensate solo che abbiamo appena pubblicato un album e non possiamo fare concerti. È difficile mantenere un rapporto con il pubblico solo attraverso i social, quando esce un disco privarlo delle presentazioni dal vivo è un po’ come mutilarlo. Speriamo di uscire presto da questa situazione, e lo diciamo sia da musicisti sia da ascoltatori di musica dal vivo.

Un disco di un vostro collega uscito nel 2021 che ci consigliate e perché?

“Flop” di Salmo è sicuramente uno dei migliori album dello scorso anno. Non ci paragoneremo mai a lui, anzi, lo vediamo come un modello e penso di poter dire che con lui condividiamo una visione real del rap.

“Mi Clica” segna la vostra appartenenza al rap delle origini, privo di influssi e sovrastrutture derivate dalla moda trap. Pensate che questa deriva sia stata un male assoluto o che ci siano stati dei benefici?

Non abbiamo nulla in contrario con chi fa trap, ognuno ha il proprio stile e flow, pensiamo solo che debba essere reale e ben argomentato. Spesso questo filone musica non ha solide basi, ma, cresce solo grazie ad investimenti pubblicitari e scelte artistiche paracule.

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