“Per me la vita rappresenta Musica e cerco di trasmetterla seriamente nel modo più leggero possibile”

Disponibile da adesso “Majin Bu Freestyle” sulle principali piattaforme musicali.

Majin Bu Freestyle” è un mezzo per far comprendere seriamente il gioco, e quindi anche la vita come lo stesso Pirandello che rappresentava La Vita come un Palcoscenico in cui si gioca a fare sul serio.

Il ritornello non fa altro che ripetere “sto male sto bene tipo Majin Bu“, gli appassionati dell’anime Dragon Ball apprezzeranno questa canzone la quale ha una parte buona (più alta e più corpulenta) e una parte che simboleggia il male (più bassa e magra), proprio come quando siamo soggetti a delle transizioni di carattere psicologico.

In un mondo in cui l’eros e il thanatos sono una costante, “Majin Bu Freestyle” è una metafora che ha come suo presente la musica e come suo calco il celebre manga.

Lo squilibrio umano spiegato da questa canzone in maniera umoristica, si rivela sottile e umorale e una critica diretta solo al nostro Io.

Intervista a FrankHe

  1. Qual è lo scenario dell’hiphop in Italia?

 La cultura dell’Hiphop in Italia è in buona salute soprattutto grazie a degli artisti che hanno sempre                                     innovato. Per questo l’innovazione è importante per non far troppo abituare l’ascoltatore medio solo un sound, ma più di un tipo

  1. Majin Bu freetyle a quale wave del rap lo trovi più vicino?

 E’ una domanda difficile. Non saprei esattamente dove collocarlo.. l’importante è che il pezzo piaccia   

  1. Potremmo considerare la tua ultima release un misto fra cantautorato e hiphop.

Quali sono gi artisti che ti sono stati di riferimento?

Lucio Dalla, Mace, Dargen D’Amico, Marracash, Fabri Fibra

  1. A cosa ti sei ispirato per questo nuovo singolo?

La mia ispirazione nasce dall’esigenza di incidere un pezzo apparentemente leggero ma che nasconde un significato più profondo: un po’ come il romanzo di Robert Louis Stevenson “Dottor Jekyll e Mr Hyde” secondo me, dentro di noi, ci sono 2 personalità. A volte, una di esse prende il sopravvento rispetto all’altra.

  1. Ghali con la trap, Marracash con il rap e Liberato con un r&b – hiphop stanno caratterizzando le scene italiane. Dove collocheresti la tua musica e a quale artista ti senti più vicino attualmente?

Ti rispondo uguale alla seconda domanda, è un quesito difficile, non saprei proprio dove collocarmi. Ho sempre cercato una via di mezzo fra il classic con le sonorità della new wave. Credo che 2-3 artisti abbiano segnato particolarmente il mio modo di essere e sono: Fabri Fibra, Marracash e Dargen D’Amico.

Fibra soprattutto perchè se non avesse pubblicato Mr. Simpatia, insieme ad altri capolavori, non avrei esteso i miei orizzonti musicali. In questo disco, che poi avrebbe ricevuto la certificazione d’oro e poi di platino, ha una spontaneità nel dire tutto quello che pensa su chiunque senza peli sulla lingua. Me ne sono veramente innamorato.

  1. Perché il nome FrankHe e qual è la sua genesi?

Prima il mio nome d’arte era Cronos, in onore al dio del tempo greco, nonchè padre di tutti di gli dei. 5-6 anni fa, dato che molti emergenti avevano questo stesso nome, ho pensato di modificarlo e renderlo più originale e personale. Infatti si scrive FrankHe tutto attaccato ma se stacchiamo “Frank” da “He” notiamo che diventano “Francesco Lui”.

  1. La Sicilia è musa nel tuo mondo musicale? Trovi che sia ancora l’isola della letteratura o anche di un certo fermento underground.

Il rapporto con la mia terra è basato sull’Odi et Amo. Molte volte finisco per odiare la gente siciliana, spesso parecchio irrispettosa di tutto ciò che la natura ci ha offerto ma allo stesso tempo amo la mia terra ed alcune persone sanno rispettarla.

  1. Un sogno nel cassetto 

Ho sempre sognato un lavoro che mi permettesse di avere una stabilità economica ma che allo stesso tempo sia compatibile con la mia personalità, mutevole e alla ricerca di continui stimoli. Non riuscirei ad avere un lavoro monotono, mi piacerebbe che mi permettesse di viaggiare spesso così da trarre continua ispirazione, per me è fondamentale vedere la vita come un percorso di continua crescita sia personale che culturale.

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