Hip Hop, la scrittura fa sempre la differenza: il successo di Nas che ha segnato un’epoca

Al giorno d’oggi, la tecnologia ci consente di fare delle cose che solamente qualche decennio fa erano veramente impensabili. Nel campo dell’intrattenimento, poi, i passi in avanti sono stati impressionanti. Basti pensare alle varie piattaforme che consentono di ascoltare musica online, oppure a quelle che permettono di divertirsi e puntare sul web, magari sfruttando anche diverse app casino soldi veri e giocare in totale sicurezza.

Come detto, anche il mondo della musica è stato completamente rivoluzionato dall’avvento del digitale e da piattaforme sempre più largamente usate in tutto il mondo come Spotify. In questo senso, diversi generi ne hanno beneficiato, potendo finalmente contare su una plaeta di ascoltatori decisamente maggiore rispetto a quanto avveniva in precedenza.

L’hip hop è sicuramente diventato molto più mainstream in confronto a qualche anno fa, eppure i concetti base rimangono sempre e comunque gli stessi. La scrittura in rima è un fattore inevitabile e porta i vari artisti a confrontarsi ogni giorno: insomma, non v’è dubbio che la scrittura rappresenti il solo e unico sistema per poter valutare effettivamente le capacità di un MC.

Hip-hop e gli stereotipi che lo circondano

Anche se in realtà, l’hip-hop legato al concetto di ghetto è tramontato già da tanto tempo, gli stereotipi che lo accompagnano continuano ad essere tanti, troppi. Nonostante qualsiasi tipo di incomprensione, è bene mettere in evidenza come la scrittura rappresenti sempre e comunque il suo perno centrale, come è stato ribadito in uno dei suoi testi più recenti il rapper italiano Salmo, che ha di recente attaccato i rapper italiani, perché non hanno un’identità, non sono per nulla originali e sono semplicemente una copia dei rapper americani.

Una testimonianza di questo aspetto è data anche dal premio Pulitzer che è stato assegnato a Kendrick Lamar, ma c’è un album che più di ogni altro ha probabilmente segnato la scrittura e l’hip-hop. Stiamo facendo riferimento ovviamente a Illmatic di Nas, uno dei rapper americani più importanti nella storia di questo genere musicale.

L’album Illmatic, una perla di Nas

Un album che si caratterizza per proporre 40 minuti estremamente intensi e concentrati: una sorta di capolavoro narrativo e poetico che Nas ha proposto al mondo intero quando non era ancora nemmeno maggiorenne.

Dopo aver lasciato la scuola, in un ambiente che chiaramente non permette di sognare più di tempo e in cui le regole della strada, Nas è riuscito a capire che il rap poteva essere un passatempo prima di tutto gratuito oltre che affascinante, ma ha fatto bingo quando ha compreso che le parole fossero uno strumento fondamentale per comunicare.

Nel momento in cui Nas, che sarà protagonista anche del museo Hip Hop a New York, è diventato a bravo a realizzare dei giochi di parole, ecco che ha cominciato a considerarli come qualcosa di decisamente più promettente e affascinante rispetto all’educazione scolastica. Cosa ha cambiato la sua vita? Nonostante avesse cominciato a scrivere già nel 1982, in realtà quando sono usciti i Run DMC, la mamma di Nas gli ha regalato una macchina da scrivere e da lì è cambiata la vita del rapper americano, che preferiva passare il tempo a casa a fare rime piuttosto che girare per le strade.

Tra le principali caratteristiche di Illmatic di Nas troviamo sicuramente una grande cura nello sviluppo dei testi. È abbastanza facile intuire come l’intero universo del rapper ruoti intorno a New York e al quartiere in cui abita, ovvero Queensbridge. Eppure, ci sono tutti gli archetipi del genere hip-hip che spopolava a quei tempi, tra risse, la vita nel ghetto, le pistole e una vita al limite. Quindi, cosa ha fatto la differenza nel successo di Nas? Il fatto indubbiamente di aver scelto di alzare notevolmente il livello della poesia nei suoi testi rispetto alla media dell’epoca.

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