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“La voce della gente”: il debutto di Sayanbull è un manifesto della periferia romana

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In uscita il 20 giugno su tutte le piattaforme digitali, l’album d’esordio di Sayanbull è più di un progetto musicale: è un grido collettivo, una dichiarazione di identità e una chiamata al riscatto sociale.

Non è solo musica: è la voce di chi non è mai stato ascoltato. Si intitola “La voce della gente” l’album d’esordio di Sayanbull, in uscita il 20 giugno sotto licenza esclusiva Altafonte Italia, con la direzione artistica di Dr. Wesh. Un progetto che fonde rap, verità e radici, nato nei quartieri di Roma Sud e destinato a risuonare ben oltre i confini della capitale.

Dietro ogni barra, c’è un pezzo di Tor Marancia, la borgata che ha cresciuto l’artista e che ora si fa simbolo di una generazione. Sayanbull, nome d’arte di Alex Refice, non indossa maschere: racconta, denuncia, si espone. E lo fa con un linguaggio crudo, diretto, autentico. Quello della strada.

Un evento speciale nella sua borgata

Per celebrare l’uscita dell’album, mercoledì 19 giugno alle ore 18, il Parco della Torre di Tor Marancia ospiterà un grande evento di presentazione. Non un semplice release party, ma un vero rito di comunità, con ospiti d’eccezione: Guè, El Matador, Ntò, Skinny, Lil Kvneki, Pa Pa, Poli Ok, Naver, Suburbio e Wave DB, molti dei quali presenti anche nel disco.

Sarà una giornata di festa, ma anche di ascolto: un palco aperto alla periferia, al talento emergente, al bisogno collettivo di riscatto. L’iniziativa ha il sostegno del Municipio e punta a trasformare la musica in un motore sociale.

Un album nato nei muretti, non in studio

I brani di “La voce della gente” non nascono in sala d’incisione, ma nelle note vocali dei pomeriggi duri, tra rabbia e consapevolezza. Nessuna costruzione strategica, solo esperienza vera. È il caso di “Vincitore”, intensa collaborazione con El Matador, dove la sensibilità lirica di Sayanbull si manifesta con potenza:

“Solo con il rap riesco a raccontarmi nel migliore dei modi.”

Il disco rifiuta ogni glorificazione del crimine: niente droga, niente ostentazione. Il messaggio è chiaro: allenamento, disciplina, verità. Il rap come specchio, come diario, come lotta.

Padre Nostro: preghiera laica di strada

Già anticipato dai singoli “Padre Nostro” e “Rodolfo Valentino” (feat. Guè), l’album si distingue per una poetica inedita, una religione laica delle borgate, tra spiritualità urbana e codici di sopravvivenza. È la preghiera di chi ha imparato a sopravvivere senza santi, ma con valori profondi:

“Padre nostro che stai in mezzo alle strade, sia santificato il nome delle borgate.”

Dalle origini al manifesto

Sayanbull debutta nel 2018 con il collettivo Shanghai Blood, insieme a Suburbio e Wave DB, firmando brani diventati culto nella scena trap: Via Libetta, Virus, Brucia Roma, Pistole a Via Libetta e molti altri. Oggi, con “La voce della gente”, arriva il culmine di un percorso, un disco vissuto, scritto con il sangue e inciso con l’anima.

Tor Marancia, tra street art e rivoluzione urbana

Simbolo perfetto di questo album è la location dell’evento: Tor Marancia, conosciuta anche come Borgata Shanghai, celebre per il suo Museo Condominiale a cielo aperto, dove la street art ha ridipinto i muri della città. Ora, grazie a Sayanbull, anche la musica urbana entra in questo museo, non con un murale, ma con un beat che parla di realtà.

“La voce della gente” non è solo un album: è un documento sociale. Un atto d’amore per le borgate. E un pugno al sistema.