Guernica, il nuovo album di Pretty Riky & The Musher, si presenta come un lavoro articolato e denso, in cui suoni e contenuti dialogano con forza e coerenza.
Il disco fonde elementi del rap più diretto con contaminazioni di jazz, soul, elettronica e rock, segnando una decisa svolta nella carriera dei due artisti torinesi.
Registrato in presa diretta, con produzioni che privilegiano la spontaneità e la ruvidità del suono, Guernica si distingue per una scrittura schietta e senza filtri, capace di raccontare una realtà urbana frammentata e complessa.
L’artwork, una reinterpretazione moderna del celebre dipinto di Picasso, non è solo estetica ma parte integrante della narrazione: un caos visivo che rispecchia le contraddizioni e la potenza emotiva del disco.
Guernica: il ritratto di una Torino fragile e ribelle
L’album si apre come una finestra spalancata sulla Torino meno conosciuta, quella dei portoni chiusi, dei sogni infranti, delle periferie vissute con dignità e rabbia.
Non è la città “elegante” da cartolina, ma un organismo pulsante, sospeso tra decadenza e resistenza, che si mostra senza veli, senza abbellimenti.
I due artisti non solo raccontano questa realtà, ma la vivono: The Musher porta la musica direttamente in strada con i suoi progetti, coinvolgendo sonorità e strumenti inediti, mentre Pretty Riky incarna la sincerità di un rap che non concede compromessi.
La narrazione urbana è frammentata, proprio come la cover, e attraversa tematiche sociali profonde, con una lucidità che evita l’ego trip e si concentra sulla verità, anche quando è scomoda.

Guernica: un manifesto di indipendenza e resistenza artistica
Nel panorama musicale contemporaneo, spesso dominato da mode e algoritmi, Guernica si impone come un gesto di autonomia radicale. La scelta di lavorare con un’etichetta indipendente riflette la volontà di non piegarsi a modelli preconfezionati, mantenendo una libertà espressiva che permette di scegliere cosa raccontare e come farlo.
Non è un semplice album rap Guernica: è un atto di resistenza contro l’omologazione emotiva, un rifiuto della semplificazione imposta dal mercato e dai social. Essere indipendenti oggi significa scegliere la complessità, anche a costo di raggiungere meno persone, ma arrivarci con la propria voce intera e intatta.
Guernica è dunque anche un messaggio politico, che rilancia il potere del rap come strumento di verità e critica sociale, lontano dalla mera ricerca del consenso o del successo commerciale.

Autenticità senza compromessi
Guernica non è solo un disco: è un’esperienza autentica, un colpo dritto allo stomaco che sa essere tanto crudo quanto necessario. Pretty Riky & The Musher dimostrano con questo lavoro una maturità artistica e una coerenza rara nel panorama rap italiano contemporaneo.
Il loro coraggio nel raccontare una realtà complessa, senza filtri né facili compromessi, rende Guernica un album imprescindibile per chi cerca musica con contenuti veri, una voce fuori dal coro che sa emozionare e far riflettere.
In un momento in cui la scena spesso scivola verso il superficiale, Guernica si erge come un faro di autenticità, capace di farsi ascoltare e, soprattutto, di restare dentro.