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Elinel racconta il suo nuovo inizio: indipendenza, rabbia e autenticità

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Elinel

Elinel torna dopo un periodo di silenzio discografico con il singolo “Ancora in Piedi”, un brano manifesto che anticipa il nuovo EP “Frammenti di Me”.

Tra boom bap, venature rock e liriche dense, Elinel si conferma una delle voci più sincere dell’underground, unendo rabbia, introspezione e impegno sociale.

In questa intervista, Elinel parla della sua indipendenza artistica, della scelta di citare Primo Levi, del significato del rap come forma di resistenza e del valore del suo alter ego Nucky Liuk.

“Frammenti di Me”
si preannuncia come un’opera sfaccettata, personale e coraggiosa, pronta a lasciare il segno. Buona Fortuna Elinel e ben arrivato su Club Hip Hop.

Elinel, “Ancora in Piedi” è il tuo primo singolo dopo un bel po’ di tempo. Perché hai scelto proprio questo brano per segnare il nuovo inizio?

Ho scelto questo brano perché è il brano più motivazionale, a parer mio, dell’intero EP, perché con il singolo voglio arrivare ai ragazzi pieni di problemi che pensano di mollare e lasciar perdere se una cosa si fa troppo complicata, ed incitarli a resistere nonostante le avversità. Questo singolo serve a dare forza, a fare in modo che chi ascolta cerchi l’energia necessaria dentro di sé per reagire sempre, un po’ come ho sempre fatto io.

Il titolo è forte e diretto: chi è oggi Elinel che resta “ancora in piedi”?

Beh ad oggi sono sempre io, quel ragazzo ostinato, che nonostante tutti i guai, i problemi, la fatica, le volte che è caduto a terra, si rialza ancora, con ancora più voce ed ancora più insistenza, affinché possa realmente realizzare quel che sogna, vivere di ciò che lo appassiona da sempre.

Non importa se non abbia vinto tutti i contest, se non abbia avuto un grande pubblico fino ad ora, o il mio giusto spazio, sono ancora qua, più determinato che mai, più agguerrito e incazzato.

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Il pezzo suona come un manifesto Elinel. Ti sei mai sentito costretto a piegarti in passato?

No, sinceramente non mi sono mai sentito costretto a piegarmi. Diciamo che ci sono state canzoni dove probabilmente il testo era troppo violento e diretto, una in particolare, che è stata meglio cancellare e riscrivere.

Però se devo essere sincero, a parte quell’unica volta non mi è mai successo che qualcosa bisognava modificarla per via di sonorità o rime esagerate. Sono sempre stato libero, sia da indipendente che nel mio vecchio studio. Penso che le persone che sono costrette a piegarsi sono artisti che stanno nettamente sopra, a livello di numeri e visibilità, non noi che militiamo nell’underground.

C’è una citazione a Primo Levi e un riferimento alla resistenza. Elinel, secondo te oggi il rap ha ancora un ruolo attivo nel parlare di verità scomode – come, ad esempio, quello che sta succedendo a Gaza?

Sì, penso che abbia un ruolo fondamentale, il rap, in determinati contesti, ma in realtà ha un ruolo fondamentale proprio nel raccontare l’intero disagio che si vive e che si sente nell’intero mondo. Il rap è tutto: il rap è protesta, rivalsa, comunicazione, festa. Può essere qualsiasi cosa, perché il rap arriva a chiunque, perché parla la lingua di tutti i giorni.

Penso che sia l’arte più prevalente nel raccontare ciò che anche lo Stato omette ed accantona, distogliendo l’attenzione tramite media con notizie di rilievo secondario. Quindi sì, il rap ha ancora un ruolo attivo riguardante le verità scomode. Un piccolo esempio di recente data ne è “Raperendum”, degli Assalti Frontali.

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“Parlo di me, ma parlo per te”: Elienel senti che la tua scrittura è anche una forma di rappresentanza per chi non ha voce?

Assolutamente sì. Spesso, soprattutto i ragazzi, hanno questa visione di non esternare le proprie emozioni, di tenerle per sé, perché solo così si diventa “uomini”.

Ma in realtà vorrei fare capire che si può essere uomini ed aprirsi allo stesso tempo. Quindi io, ovviamente, parlo di ciò che vivo e vedo, ma sono le stesse cose che vivono e vedono altri ragazzi.

Quindi in qualche modo riesco a dare voce a chi non ne ha, e se ce l’ha, ha quasi paura di usarla, perché si sentirebbe giudicato o disprezzato per giunta, perché la società crea la visione dell’uomo forte sotto determinati punti di vista. Ma lo si può essere anche aprendosi per sfogarsi.

Gon nel brano aggiunge una penna molto intensa. Come vi siete trovati in studio e come è nata la collaborazione Elinel?

Gon è già qualche anno che lo conosco. In realtà è stato molto facile e semplice collaborare, perché ci siamo trovati che io avevo questo beat di Exy, di cui avevo già fatto un provino della strofa, e non volevo farci una seconda, ma volevo un’altra penna che fosse stata ben diversa dalla mia. Quindi ho chiesto a Fabio, gli è piaciuto subito il beat di Exy e il tema, quindi ha acconsentito subito ed ha scritto la strofa. Devo dire che è stato anche abbastanza veloce, nonostante la strofa sia ben articolata.

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DJ Exy ha creato un beat tra boom bap e rock. Elinel, quanto conta per te l’estetica sonora nel trasmettere un messaggio forte?

Beh, diciamo che, in base a ciò che vuoi trasmettere, serve il sound giusto.

In questo caso Flavio, DJ Exy, ha creato un beat potentissimo a mio avviso. Dovevo per forza essere aggressivo, e portare un messaggio ben pesante, che arrivasse, d’impatto, insomma come la strumentale.

Infatti, non credo che se lui non avesse azzeccato questo sound violento, io avrei fatto questa canzone con questa impronta nell’EP. E sono contento ci sia, tra l’altro è stato anche il primo beat creato.

Dopo “Ancora in Piedi”, cosa possiamo aspettarci da “Frammenti di Me”? Continuerai su questa linea di denuncia o ci saranno anche momenti più intimi, più alla Elinel?

L’EP “FRAMMENTI DI ME” è tutto diverso, traccia per traccia, perciò non continuerò su questa linea.

Ci sarà la canzone più sad, la canzone sul country, la canzone emotiva, e anche più pazzarella. Insomma, sarà un insieme di canzoni variopinte tra loro. Quindi sì, ci saranno momenti più intimi, più introspettivi, più personali, ma anche momenti di ironia e follia.

Ho cercato di non essere banale e soprattutto di non essere monotono, con flow sempre diversi, incastri, metafore e tutto ciò che penso ci si possa dilettare con il rap.