Marracash, CRUDELIA: un binomio vincente che ha dato vita a 5 platini. Il brano è tra i più apprezzati nella carriera recente del rapper made in Barona.
Nelle dichiarazioni ufficiali rilasciate alla stampa, Marracash ha specificato che la canzone si riferisce ad una relazione tossica in cui era coinvolta una ragazza affetta da un narcisismo maligno estremamente paralizzante.
L’artista ha più volte ammesso l’impatto devastante che questa vicenda ha avuto nella sua sfera personale. Le molteplici vicissitudini a cui Marracash è stato sottoposto a seguito del legame infruttuoso, sono state esplicate dal rapper in svariate interviste.
Ma se tutto non fosse come sembra? Se la donna citata da Marracash in CRUDELIA, fosse un simbolo, una metafora che racchiude in sé un significato ben più profondo?

D’altronde, da tempi immemori, molti poeti, pittori, cantanti ed attori, hanno idealizzato la figura femminile, conferendole spesso un valore intrinseco occulto e misterioso.
L’esoterismo riveste un ruolo cruciale in tutto questo e non è affatto inusuale che parecchie love song del rap italiano abbiano più chiavi di lettura, stratificate in un simbolismo marcato. Archetipi, segni e allegorie: la musica è parte integrante dello schema. Il Matrix penetra le vibrazioni e condiziona i sensi.
CRUDELIA è un singolo crudo, esplicito, dai toni dark, cupi e mortiferi. La canzone è stata inserita in un contesto come quello di Persona, album che cerca un definitivo equilibrio tra la persona (etimologia latina della maschera da teatro) Marracash e l’ego Fabio Rizzo.
In entrambi i casi, le sfumature sono molteplici e la lotta interiore tra Marracash e Fabio è un costante disgregamento.
Il percorso individuale e artistico di Marracash mi ha portato a concepire l’idea che CRUDELIA sia molto più di quello che la facciata lascia intendere. La mia libera interpretazione considera le parole presenti nel testo di CRUDELIA come un attacco/sfogo verso la fama e la musica.
Seguendo questa linea di pensiero, la donna accusata da Marracash altro non è che la rappresentazione di un’esperienza distruttiva che ha totalmente svuotato l’anima del rapper. Di seguito, analizzando il testo completo della canzone, proviamo a fornire una spiegazione dettagliata di ciò che stiamo affermando.
CRUDELIA, analisi esoterica del testo
Un ragazzo incontra una ragazza
Sono entrambi fuoco, incendiano la stanza
Nella vita lui un po’ ce l’ha fatta
Però sotto sotto qualcosa gli manca
E lei lo capta, sembra calda, che ha una marcia in più
Mentre dentro invece è la più marcia
Mentre dentro è fredda come igloo
È un’arpia, strategia, diventare quello che lui vuole
Che lei sia, pianti e figa, le armi per estorcergli l’amore
Dice, dice, ma è una predatrice, prima stordisce la preda
Lui reagisce, però non capisce che lentamente si è presa tutto
La strofa comincia con l’incontro tra Marracash e la Dea, idealizzazione dalla musica e dalla fama. È la fase di carriera in un cui Marracash “un po’ ce l’ha fatta” (cit.), ma ancora gli manca qualcosa. Il senso di vuoto è opprimente.
In quel limbo in cui l’artista vuole diventare qualcuno di ancora più grosso e riconoscibile alle masse, ecco che la donna – simbolo additata nel brano, gli promette fama e successo attraverso la musica.
L’impatto è sconvolgente, la donna sembra travolgere Marracash. Il potere converge e soddisfa desideri. La musica e la fama appaiono come uno splendido sogno colmo di soddisfazioni esteriori.
I beni materiali abbondano. Il volto della donna inganna, la fama è apparenza che divora. La Musa Dea è interiormente asettica, apatica. Per traviare l’anima dell’adepto, l’ arpia utilizza una precisa strategia: concedere lussi a Marracash. “Pianta e figa”, ovvero erba e sesso per il soddisfacimento corporeo.
È così che la fama e la musica vogliono estorcere l’amore a Marracash. Il rapper si affida a questo sentimento effimero e cade nel tranello.
È giusto specificare (e l’artista lo dichiarerà nella seconda strofa) che Marracash non è una vittima, ma parte consenziente del patto con l’entità chiamata in causa.
La donna afferma, confabula. È un’ammaliatrice che stordisce e intorpidisce i sensi. Incanta offrendo delizie carnali. Marracash reagisce, comprende leggermente, ma non riesce a rendersi conto che la fama si è presa tutto. Tutto il mondo interiore e la purezza dell’anima.

Tutto l’amore che ho, tutte le forze che ho in me
Tutto l’orgoglio che ho, sarei impazzito sennò
Ci ho pianto troppo, però, tutte le lacrime che ho
Ti ho dato tutto, te no, eri Crudelia De Mon
Tutte le volte che ti ho detto, “Basta” perché superavamo i limiti
Tutti i tuoi drammi, gli inganni, gli scontri e dopo gesti folli
Ti giuro che è l’ultima volta, sensi di colpa
Se ti voltavo le spalle mi gridavi
“Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo, ti amo e non ho ancora finito con te”
Tu che gridi fino a diventare brutta
Io che ancora non so chi davvero sei
E nessuno poi la tira tanto lunga
Meno che me, meno che lei
Il ritornello specifica che la donna-simbolo si è presa tutto l’amore di Marracash, l’orgoglio dell’artista e le sue forze. Se così non fosse stato, il rapper sarebbe impazzito a causa della troppa pressione psicologica. Marracash ha versato fiumi di lacrime.
Il disgregamento dell’anima è un’esperienza traumatica. Il cinismo corrode ed annienta. L’artista ha dato tutto alla donna Dea, al simbolo, alla metafora. Marracash si è concesso alla fama, alla musica, ma quando la Venere si è tolta la maschera, il volto che ne è scaturito era quello di Crudelia Demon, storica e malvagia villain.
Nella seconda parte del refrain, Marracash racconta le liti, i gesti al limite della donna Dea. In questo passaggio del testo, l’artista rievoca il dualismo che lo attanaglia e la volontà di abbandonare un certo status e terminare la carriera.
Marracash osserva ciò che la fama gli sta facendo e si rende conto dell’inganno musicale. Lei chiede, lui offre, ma poi rifiuta quella parte di sé.
L’inconscio subentra e scatena terremoti introversi. I sensi di colpa dominano sulla salute mentale di Marracash. Quando è al passo d’addio, quando la scelta sembra ricadere sul non voler proseguire verso il sentiero tracciato, ecco che la Dea musica vestita di fama e successo, adula Marracash.
Quei “ti amo” ossessivi caratterizzati da una sfavillante mercificazione. La bellezza esteriore della donna Dea, viene storpiata dalle sue nenie. Marracash non sa chi ha di fronte, non riesce a concepirlo. I tira e molla sono infiniti, costanti.
Non so se è amore o manipolazione, desiderio od ossessione
Se è pigrizia o depressione, che finisca per favore (prima), che esaurisca la ragione
Il rapper non riesce a distinguere la realtà dalla finzione. L’uomo – prima ancora che l’artista – non ha la più pallida idea della direzione che sta assumendo la relazione. È amore o manipolazione? La musica e la fama gli conferiscono attrazioni materiali, ma gli stanno facendo del male o del bene?
Il desiderio lusinga, ma qual è il confine sottile che lo separa dall’ossessione cruenta? Marracash si sente scosso, inerme a tal punto che non ha più voglia di fare nulla. Ma è pigrizia o depressione? La domanda sorge spontanea, eppure non trova risposta.
L’artista sta per perdere la ragione. Il mood demoniaco lo travolge. Il narcisismo maligno della donna Dea lo dilapida. Il rapper vuole terminare l’agonia.
Rissa per la strada per la tua scenata, quasi all’estero mi arrestano
Io ti voglio fuori casa, fuori dal mio letto, fuori dalla testa mo
Questo potrebbe apparire come un passaggio poco simbolico e non esotericamente attinente, ma scavando profondamente nelle barre e leggendo le dichiarazioni di Marracash a tal proposito, possiamo svelare interessanti retroscena.
Il rapper descrive una rissa avvenuta all’estero. In un’intervista, l’artista ha chiarito che la lite avvenne a Monterey. Monterey, la patria delle sardine inscatolate.
Città in cui emigrarono innumerevoli pescatori siciliani. (La Sicilia è la patria di Marracash). Negli anni ’40 un terzo della popolazione di Monterey era composta da siciliani.
Il simbolo della sardina inscatolata ha un fortissimo impatto esoterico-iniziatico. In CRUDELIA, Marracash è la sardina intrappolata nelle fauci della strega.
Inscatolato nei pro e contro della fama, l’artista prova a liberarsi. Vuole che la donna Dea scompaia dalla sua vita, dal suo letto e soprattutto dalla sua testa.

Mentire senza emozioni, come fai?
Il mio amore è marcito in odio
Forse sei il peggio che abbia incontrato mai
Sicuramente sul podio
Che poi non so perdonare me
Perché ero un complice in fondo
Ti ho dato l’anima e invece te
Mi hai dato solo il tuo corpo
Qui entriamo nel pathos più lugubre. Marracash si interroga. Come possono musica fama e successo mentire così spudoratamente? Come si può smembrare il lato emotivo in nome di benefit?
Il luccichio della materia è solo uno specchietto per le allodole o può davvero portare oltre? L’amore di Marracash è marcito in odio. Verrebbe da chiedersi se il sentimento professato dal rapper è qualcosa di tangibile e riconoscibile dall’artista stesso. Le emozioni, ingannano.
La donna Dea, appare come il peggio che l’artista abbia mai incontrato. La fama dà, il successo toglie. Marracash non sa perdonarsi perché è complice di tutto ciò.
Questo è un passaggio essenziale che denota la consapevolezza dell’artista. Il rapper sa di non essere vittima, ma una parte consenziente del macabro rapporto conflittuale.
Marracash è cosciente di aver posto la sua anima sulla bilancia, in cambio del corpo della Donna Dea, simbolo di potere materico. Nel cosiddetto “patto col diavolo”, espressione utilizzata anche in ambito musicale, gli artisti svendono la propria interiorità in cambio di profitti esteriori.
Mi hanno insegnato a non odiare i miei nemici
Ma non ne avevo mai amato uno (ma non ne avevo mai amato uno)
Quando ci siamo conosciuti, si sapeva già che uno dei due avrebbe perso
Ma come potevo vincere con te?
Non provi niente, sei un rettile vestito da essere umano (sei un rettile vestito da umano)
Quello che hai fatto a me e quello che hai fatto a te stessa
Lo farai a tutti e per sempre perché sei un buco nero
Perché questa è la tua natura (perché questa è la tua natura)
Ma io ho smesso di essere una tua vittima, tu non smetterai mai di esserlo
Non ammetterai mai chi sei (non ammetterai mai chi sei, non ammetterai mai chi sei)
Marracash concepisce che quella fama, quel successo, quella musica iniziatica è una nemica. Allo stesso tempo è consapevole di averla amata profondamente.
Nel momento stesso in cui l’artista ha conosciuto il successo, era chiaro che uno dei due avrebbe dovuto cedere. Il potere economico dilazionato da pezzi d’anima: è questa la tassa da pagare. Il rapper è perfettamente conscio del fatto che non avrebbe mai potuto vincere.
La donna Dea è un rettile travestito da essere umano (riferimento ai rettiliani?), una predatrice calcolatrice e senza scrupolo. Fredda, ghiacciata, asettica. L’autodistruzione e la volontà di ferire e gelare la propria aura e quella circostante è una caratteristica della fama.
La natura del successo è un buco nero in cui bisogna essere estremamente vigili e coscienziosi. Solo in questo modo, la stella può fiorire dal caos della tenebra.
Marracash ammette di non essere più una vittima, mentre la Donna Dea continuerà a perpetrare il suo dolore e malessere, riversandolo su se stessa e gli altri. Non mostrerà mai il suo vero volto.
Cercherà il tradimento costante, l’illusione perenne. È questo il ruolo di CRUDELIA: attrarre prede nella rete e divorare. Marracash si redimerà definitivamente con i brani MADAME – l’anima e TUTTO QUESTO NIENTE – gli occhi, episodi che delineano il percorso tracciato con CRUDELIA – i nervi







