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Fuossera, Ghetto Resistenz è un manifesto intelligangsta

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Fuossera, Ghetto Resistenz. Il collettivo formato da O’Iank, Sir Fernandez ed OJey ha unito nuovamente le forze per creare un progetto di 15 brani, presentato come un continuum fedele alla storia.

La cover richiama Spirito e Materia, primo prodotto dei Fuossera. La copertina viene rivisitata, poiché la bilancia che il bambino ha disegnato pende quasi tutta dal lato materico e materiale.

Sono periodi complessi e sfaccettati: i Fuossera tornano nel game per richiamare l’attenzione su un certo tipo di rap sociale e dal contenuto che non lascia spazio ad interpretazioni.

Ghetto Resistenz è intelli-gangsta: un approccio differente e credibile rispetto a determinate tematiche che da anni stanno spopolando nel rap game italiano.

La penna dei Fuossera resta immutata ed è un coltellino napoletano in corno di bue che trapassa perbenismo, ipocrisie, finzioni e aura da videogiochi. Ghetto Resistenz è street credibility che non si pavoneggia, ma mira a raccontare.

I Fuossera settano le barre su un collaudato affiatamento che trova i suoi punti di contatto nelle diverse sfumature liriche e descrittive dei tre protagonisti al mic. Ghetto Resistenz è cronaca, contenuto sociale e ironia che sbeffeggia il modus operandi di chi approccia al rap game come se l’hip hop fosse una cultura da svendere puramente per ricavarne introiti.

All’interno di Ghetto Resistenz il lato emotivo/introspettivo riveste un ruolo essenziale. La scrittura non si concede il lusso di parlare per metafore: i Fuossera sono diretti ed arrivano dritti in faccia come un destro di Muhammad Ali.

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Il dialetto napoletano riempie i beat e i rapper dimostrano di essere perfettamente in forma dal punto di vista metrico e tecnico. Le tematiche sociali non mancano: i Fuossera attaccano lo stato, la politica, il vaticano, la polizia corrotta.

Soprattutto è fondamentale sottolineare come questo disco non si presenta come il classico prodotto gangsta rap. Come di consueto, i Fuossera hanno cercato di elevare i rioni e renderli uno spazio artistico da cui attingere.

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Ghetto Resistenz non esalta la microcriminalità, ma la osserva, scruta, la narra ed espone, sottolineandone anche i lati negativi. C’è ancora tempo per creare un rap che resiste, nel senso più hip hop del termine.

Nell’epoca delle Major che dominano il mercato, del rap italiano sempre più edulcorato da una visione materialistica o pop, i Fuossera tracciano una linea di confine ben precisa che non vuole escludere a prescindere, ma sicuramente rivendica verità.

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Feral Dafe è il curatore del sound di Ghetto Resistenz. In alcuni brani, il produttore viene affiancato da O’Iank. Dafe riesce a creare un’atmosfera old che però è al passo coi tempi, aspetto fondamentale per non rendere il mood del disco troppo retrò.

Allo stesso tempo, era cruciale mantenere intatto il background dei Fuossera. L’equilibrio tra vecchio e nuovo suono è un distillato che intriga e piace, specie perché ci offre la possibilità di valutare i Fuossera su delle sonorità innovative.

Lo spirito hip hop è pressoché inalterato. Chicca dell’album è sicuramente il sample de L’odio con la voce di Vinz presente in Zitt scè. Il tappeto musicale di Ricchezza e fame è probabilmente il picco più alto del progetto: un sottofondo cupo e black riempie la strumentale.

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Le stesse melodie sporche le possiamo avvertire in Primm Grad. Il boom bap è sicuramente il punto di contatto tra i Fuossera degli inizi e quelli attuali.

Ci aspettavamo un suono esente da musiche ideate per le classifiche ed ascoltando Ghetto Resistenz, abbiamo ricevuto costanti conferme in tal senso.

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Ghetto Resistenz è un manifesto che si pone l’obiettivo di tramandare coerenza artistica e musicale. L’album presenta tutti i connotati volti a riconoscere i Fuossera per ciò che sono stati, ma rivendica anche lo status rinnovato del gruppo all’interno del rap game italiano.

I featuring scelti sono pochi e selezionati con attenzione. Enzo Dong rappresenta la new school, elemento di congiunzione con la generazione attuale. L’interpretazione di Enzo lascia un po’ a desiderare, specie dal punto di vista lirico/testuale. Chi sembra crescere sempre più sono invece Cecchy & Kepa che insieme ad Im Envy sono gli astri nascenti del rap napoletano.

Peccato solo per alcune rime un po’ scontate dei due.  NOXY e Gio Bif rifiniscono due ritornelli e all’interno del disco fungono da outsider. I Fuossera sono consapevoli di non parlare alla massa.

I rapper si misurano con un contesto che conoscono bene, ma la zona comfort non esiste più poiché anche gli ascoltatori di un certo tipo di rap, vengono disorientati dalle miriadi di pubblicazioni del venerdì.

È per questo che i Fuossera si sono posti l’obiettivo di imprimere nell’ascoltatore una tipologia di costanza che punta a scuotere un pubblico fin troppo abituato a degli stereotipi preconfezionati. I difetti del disco risiedono in alcuni episodi e passaggi testuali che non convincono fino in fondo.