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Cardi B riscrive le regole dell’hip hop con Am I the Drama?

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Sette anni dopo il suo debutto, Cardi B torna con un disco che non conosce mezze misure: settanta minuti di energia pura, tra sperimentazioni e colpi di scena. Am I The Drama? è un secondo album che colpisce.

L’album è un mosaico eclettico che mescola sonorità e registri diversi, ma resta unito dalla cifra stilistica inconfondibile dell’artista: quella capacità di trasformare ogni traccia in un’arena, dove l’ironia e l’aggressività convivono.

Cardi non si limita a rappare: si diverte a smontare, con entusiasmo feroce, i suoi avversari e a riaffermare con forza la sua posizione di protagonista indiscussa nella scena contemporanea.

Se servisse una prova del peso del secondo album di Cardi B, basta guardare alla reazione di Young Thug. L’annuncio dell’uscita di Am I the Drama?, arrivato sette anni dopo l’acclamato Invasion of Privacy, ha spinto il collega — un artista che vanta oltre trenta singoli certificati oro o platino — a rivedere i propri piani.

Dopo aver promosso per mesi il suo nuovo progetto, ha infatti scelto di spostarne rapidamente la pubblicazione, non appena è apparso chiaro che sarebbe andata a sovrapporsi con il ritorno di Cardi.

E c’è qualcosa di ironico, ascoltando Am I the Drama?. Fin dai primi secondi dell’opening track Dead, è chiaro che Cardi B non ha certo bisogno di ripassare le regole della rivalità, così intrinseche al DNA dell’hip hop.

«Never smart to beef with me – what can I say? / These hoes be dumb, bitches die young»,

spara al microfono senza esitazioni. Pochi istanti dopo, le sue rime si rivolgono direttamente — e senza mezzi termini — alla storica rivale Nicki Minaj. Che si tratti di una illusione mentale definire fallimentare il tour 2024 di Minaj, capace di incassare 108,8 milioni di dollari, o di riesumare una voce del 2022 su un presunto debito fiscale da 173 milioni, gossip mai confermato, importa relativamente.

Conta piuttosto l’effetto: la furia rap di Cardi, tanto eccessiva quanto irresistibile, travolge ogni obiezione e rende l’attacco uno dei momenti più intrattenenti e memorabili dell’album.

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Una Cardi B in piena forma

Tale è la ferocia del flow di Cardi B in Dead, quando liquida presunti affronti e fastidi vari, che sembra quasi destinata a esaurire la bile prima ancora di arrivare al suo ex marito, Offset dei Migos, da cui ha chiesto il divorzio nel 2024 tra accuse di infedeltà. L’artista non risparmia nessuno: dai critici che avrebbero preferito assegnare il Grammy 2019 per il miglior album rap a Meek Mill, ai commentatori online che accusa, in maniera molto colorata, di ficcare il naso “nella mia figa e nei miei affari”.

Lungo il percorso, trova tempo per demolire Ice Spice (“stronza con la faccia di neve”), l’ex rapper delle City Girls JT (“stronza che scodinzola e si nutre di deretano”), il fidanzato di JT, Lil Uzi Vert (oggetto di un’accusa talmente esplicita che il pudore impedisce di riportarla), e BIA (“se facessi i tuoi numeri salterei giù da un aereo”), senza dimenticare di tornare ancora una volta su Nicki Minaj.

Tutto questo prima di arrivare a Man of Your Word, il brano rivolto a Offset: un confronto che potrebbe suonare come una riconciliazione, se non fosse intriso di un passivo-aggressivo squisitamente calibrato. La colpa? Formalmente condivisa, ma con il dito puntato in maniera inequivocabile: “considerevolmente più tua che mia”.

Dead è soltanto un preludio in vista di What’s Goin’ On. Qui Lizzo compare al ritornello, reinterpretando la hit delle 4 Non Blondes What’s Up?: un inciso che, sorprendentemente, risulta meno irritante del previsto, soprattutto se accostato alle accuse amare che Cardi B rivolge al suo matrimonio, dai regali di anniversario deludenti al sesso orale insoddisfacente.

Il contrasto con l’angoscia grunge smussata dell’originale funziona proprio perché Cardi B ribalta il senso della canzone: invece di un lamento indistinto, offre versi affilati e di un’ironia brutale, consegnati con una veemenza che non lascia scampo.

Non sembra mai una che si adegua alle regole del gioco, né tantomeno che faccia ciò che ci si aspetta da lei: ed è proprio qui che la sua scrittura e il suo carisma trovano il terreno più fertile.

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Cardi B

Vale lo stesso discorso per la musica di Am I the Drama?. Un artista che impiega sei anni a realizzare un album rischierebbe di apparire incerto, bloccato nel dubbio su quale direzione prendere, eppure qui l’eclettismo appare deliberato, ponderato e sorprendentemente coerente.

C’è un abisso tra il pop brillante di What’s Goin’ On e il featuring con Selena Gomez in Pick It Up, così come tra la salsa ad altissima velocità di Bodega Baddie e il minimalismo inquietante, guidato dal pianoforte, di Check Please.

Ogni traccia sembra pensata per colpire in modo diverso, mostrando non confusione ma una poliedricità strategica che mantiene l’album costantemente vivo e imprevedibile.

In definitiva, Am I the Drama? conferma Cardi B come una delle voci più taglienti e imprevedibili dell’hip hop contemporaneo. Sei anni di attesa non hanno indebolito la sua energia né la sua capacità di sorprendere: ogni traccia è un colpo calcolato, un mix di ironia, ferocia e abilità tecnica che dimostra quanto l’artista sappia giocare con le regole senza mai esserne prigioniera.

L’eclettismo dell’album non è mai casuale: dalla brillante leggerezza pop di What’s Goin’ On, alla salsa frenetica di Bodega Baddie, fino al minimalismo inquietante di Check Please, Cardi B costruisce un universo sonoro coerente ma sempre sorprendente.

Am I the Drama? non è solo un ritorno atteso: è una dichiarazione di forza e padronanza, un progetto che riafferma la capacità dell’hip hop di essere al contempo intrattenimento, riflessione sociale e arena personale. Cardi B non segue le regole, le riscrive, e lo fa con stile, humour e una precisione quasi chirurgica che pochi contemporanei possono vantare.